25 NOVEMBRE “STOP alla Violenza” Nel ricordo di Silvia Ruotolo

26.11.2017 10:17

 

“Gorizia: donna uccisa dal marito, accoltellata dopo l’ultimo litigio”

“Catania, uccise la ex con 42 coltellate”

“Uccisa nel sonno a bottigliate”

“Seviziata e uccisa in albergo nel Bolognese”…

Ecco, questi sono solo alcuni dei tanti articoli di cronaca che si leggono sulla violenza inflitta alle donne. Ragazze o addirittura bambine, accoltellate, picchiate, bruciate vive o sfigurate con l’acido. Anche questi sono solo alcuni dei modi più brutali in cui sono avvenute le morti di povere donne, che avevano un’unica colpa: quella di essersi innamorate della persona sbagliata o di esser finite in un contesto sbagliato.

Spesso, le ragazze, non si rendono conto del fatto che subire una violenza è grave ed è un avvenimento che va denunciato, sempre. Alcune volte capita addirittura che le donne si sentano in colpa e ritengano una punizione la violenza subita, tanto da giustificare il proprio fidanzato o marito per ciò che ha fatto.

Un semplice schiaffo, una spinta o un calcio è già un primo segnale d’allarme.È importante, in casi del genere, non sentirsi sole, perché c’è sempre qualcuno disposto ad aiutarle.In Italia, 6 milioni e 778 mila donne hanno subito violenza fisica o sessuale e solo il 12% di loro ha avuto il coraggio di denunciare ciò.

 Anche se non in ambito familiare, tra i volti più noti di violenza femminile, ricordiamo Silvia Ruotolo. Chi era?

Silvia Ruotolo fu assassinata a Napoli, l’11 giugno 1997, quando aveva 39 anni.

Era a salita Arenella, la strada di casa sua. Aveva prelevato il figlio Francesco, di cinque anni, dalla scuola, mentre la figlia maggiore assisteva dal balcone di casa.

Il commando di camorra che sparò all'impazzata aveva come obiettivo Salvatore Raimondi, affiliato del clan Cimmino, avversario del clan Alfano. Furono sparati quaranta proiettili che, oltre ad uccidere Salvatore Raimondi, raggiunsero Silvia Ruotolo  alla tempia, uccidendola sul colpo. 

La collaborazione con la polizia di uno dei killer, Rosario Privato, risultò decisiva per l'individuazione del gruppo di assassini.

Rosario Privato fu arrestato il 24 luglio dello stesso anno mentre era in vacanza al mare in Calabria.

L'assassinio di Silvia Ruotolo ebbe grande risalto e contribuì alla crescita della consapevolezza sulla gravità del fenomeno camorristico.

Qualche giorno dopo, Alessandra, la figlia di Silvia Ruotolo, scrisse un tema di italiano. La sua voglia di vivere, di guardare avanti e di rifarsi una vita a soli dieci anni, colpì tutti, tanto che il padre della bambina, Lorenzo Clemente, fece pubblicare il testo sul giornale “Il Mattino”.

L'11 febbraio 2001, la quarta sezione della Corte d'Assise di Napoli ha condannato all'ergastolo i responsabili della strage: il boss Giovanni Alfano, Vincenzo Cacace, Mario Cerbone, Raffaele Rescigno e Rosario Privato (pentitosi dopo l'omicidio).

L'11 luglio 2007, la dodicesima sezione del Tribunale Civile di Napoli decretò un risarcimento per i familiari di Silvia Ruotolo, che servirà per finanziare la costituzione di una fondazione intitolata a Silvia Ruotolo, dedicata ai ragazzi a rischio.Il Comitato Silvia Ruotolo, presieduto da Lorenzo Clemente, marito di Silvia, è estremamente attivo nell'impegno per la legalità e contro la Camorra.A Piazza Medaglie D'Oro a Napoli, su una lapide nei giardinetti c'è una targa intitolata a Silvia Ruotolo, dove ogni 11 giugno i familiari e la società civile si riuniscono e depongono i fiori per commemorare l’innocente vittima della camorra.

Il 25 settembre 2012, il consiglio comunale di Napoli ha approvato la proposta di intitolare la strada Salita Arenella a Silvia Ruotolo.

Nel 2013 il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, nomina Alessandra Clemente, figlia di Silvia Ruotolo, assessore comunale alle Politiche Giovanili, Innovazione e Creatività.

Il 25 novembre, si celebrerà la Giornata Mondiale Contro la Violenza sulle Donne. In questo giorno, urleremo al Mondo: “STOP ALLA VIOLENZA SULLE DONNE!”, affinchè fenomeni del genere non si ripetano mai più.

Le donne non sono inferiori agli uomini e vanno rispettate. E a voi, care donne, ricordate, se un uomo vi maltratta non vi ama e non vi merita!

Anna Chiara Nullo – 3^C – ICS Tito Lucrezio Caro – 85° Berlingieri

 

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