Lettera aperta ai ragazzi di Parigi

27.11.2015 19:07

Una bellissima lettera, densa di significato, che scioglie ogni dubbio  su come i ragazzi, in particolare quelli della nostra scuola, abbiano percepito l'attentato di Parigi.

Premessa del Prof. Vincenzo Somma

Ciao

Voi non ci conoscete,  ma siamo dei ragazzi come voi,  alunni di una scuola media di un quartiere della periferia di Napoli che si chiama  IC CARO - 85°BERLINGIERI.

Abbiamo saputo quello che è successo  lì,  da voi e  siamo molto dispiaciuti.  Per questo abbiamo deciso di scrivervi questa lettera, scegliendo le parti migliori delle lettere di ciascuno di noi ha scritto,  per testimoniarvi la nostra solidarietà.

Siamo stati in ansia e quando abbiamo saputo dell'accaduto era come se terrore e paura dominassero  il mondo , ci dispiace molto per la strage e per quelli che sono morti al Teatro Bataclan, ai fast-food e fuori lo stadio. È stato molto brutto vedere donne, uomini, ragazzi, bambini terrorizzati e ci si è spezzato il cuore nel vedere le immagini di  tutta quella gente stesa  per terra. … Sappiamo che sono morte 130 persone e che ci sono stati più di 200 feriti, ma per noi è come se avessero ucciso tutta la Francia.  Tutta la nostra città ha pregato per voi  ed anche  un pezzo del nostro cuore è con voi.

Noi non riusciamo a concepire come sia possibile che gruppi di uomini organizzino omicidi di massa tra i propri simili. Pensavamo che dopo Hitler gli stermini fossero finiti! E così tante domande si sono affacciate alla nostra mente: perché nel 2015 c’è ancora tanto odio e ancora inutili guerre?  Loro uccidono perché dicono che glielo ordina Allah, ma è veramente questo che vuole Dio?  Quale  Dio ha  mai detto di uccidere un altro essere umano? Ci hanno spiegato che nel Corano c’è scritto anche "Se uccidi una persona,  uccidi il mondo intero, se salvi una persona, salvi il mondo intero", allora,  perché fanno questo? Quelli dell’Isis la chiamano guerra santa, ma noi,  di santo, non ci vediamo proprio niente: la guerra è una cosa bruttissima che non dovrebbe mai accadere. Bisogna lodare e amare il proprio dio,  ma non sacrificare la propria  vita  e quella degli altri perché non è questo che Dio vuole.    Praticare una religione non vuol dire portare terrore nel mondo. Questo ci sembra un Dio creato dall’odio, padrone del terrore.

Anche noi amiamo la Francia, ma siamo solo dei ragazzi…Siamo anche noi impauriti e per qualche momento abbiamo provato odio per l’Isis… Ma poi,   parlandone a scuola,   abbiamo capito che è quello che loro vogliono ottenere: il nostro odio; ma noi non vogliamo dar  loro questa soddisfazione e ci siamo detti: “il fuoco non si spegne con il fuoco”. Il terrorismo è una cosa folle  a cui dobbiamo mettere la parola fine, non con la guerra, ma con il dialogo,  cercando di far capire, anche a loro, che la vita è bella e preziosa e non va sacrificata per un amore malato. Se ci sono dei problemi,  si possono risolvere in maniera diversa.. Dobbiamo unirci come un unico popolo e aiutarci a vicenda. Qui sta la sola risposta alla paura e all’odio.  Così ora  finalmente abbiamo capito.  

Abbiamo capito che non dobbiamo aver paura di loro perché non ci comandano, che ognuno è libero di seguire la propria religione e  di non odiare nessun altro.

Abbiamo capito che parlare è importante, talmente importante  che  abbiamo cercato di comprendere anche i motivi per cui i terroristi fanno queste cose.

Abbiamo capito che la guerra mette solo panico e terrore e che siamo stufi di sentir parlare di attentati,  e che dobbiamo farlo capire a tutti: la guerra non serve a niente, solo a peggiorare le cose. Nessuna guerra è santa, solo la pace è santa!

Abbiamo capito che chi uccide in nome della religione è spesso l’ultimo a credere nel proprio Dio  e che i terroristi sono  solo dei burattini nelle mani del male perché  interpretano i versetti del Corano a modo loro e usano questi attentati per creare terrore  nel popolo mondiale.

Abbiamo capito che la maggior parte degli islamici è gente pacifica  ed è vittima  dei terroristi e che bisogna ricordarsi di tutte le vittime del terrorismo, di  tutti i paesi del mondo.

Abbiamo capito che bisogna pregare e che dobbiamo essere uniti perché, se lo scopo del terrorismo è far crescere l’odio e il disprezzo, l’unica risposta ragionevole è diffondere di più l’amore e la solidarietà.

Per questo oggi vogliamo dirvi che siamo con voi, che i nostri cuori sono vicini ai vostri e che potete contare su di noi

Napoli, 25 novembre 2015

Con amicizia

Gli alunni delle classi 1^D e 2 ^D

 

 

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