“Parole per abbattere i muri”: il convegno contro il bullismo

07.02.2017 18:16

Il 6 febbraio 2017 siamo stati invitati a partecipare, al convegno “Parole per abbattere i muri”, un evento ideato per distruggere i “muri” del bullismo e delle discriminazioni, tenutosi presso la scuola media Errico Pascoli.

Al convegno erano presenti: Sabrine Aouni, autrice del libro “Mi chiamo Sabrine”; Claudio Silvestri, segretario SUGC (Sindacato Unitario Giornalisti Campania); Giuseppe Manzo, giornalista della Carta di Roma; Laura Viggiano, delegata dal direttivo del SUGC al progetto SELF(Secondigliano Libro Festival); Salvatore Testa, presidente del progetto SELF; Anna Maria Palmieri, assessore alla scuola del Comune di Napoli.

Appena arrivati, noi della redazione, abbiamo intervistato Giuseppe Manzo e Claudio Silvestri. Al primo abbiamo chiesto informazioni sulla Carta di Roma e un suo parere sulle discriminazioni verso gli immigrati, mentre al secondo abbiamo domandato come mai vengono pubblicate e scritte poche notizie relative ai quartieri di Napoli. Dopo una breve introduzione del preside della scuola che ci ha ospitati è arrivata Sabrine Aouni. Lei è una ragazza italiana di seconda generazione, nata in Italia da genitori tunisini.

La scrittrice ha salutato tutti e ha iniziato a parlare degli atti di bullismo che ha subito durante le varie fasi della sua infanzia e adolescenza. Ci ha raccontato di un episodio in cui un “bulletto” le aveva rotto l’attrezzatura per il disegno tecnico a cui lei teneva molto. Ci ha anche detto, però, che lo stesso ragazzino, anni dopo, si è scusato. Ha inoltre affermato che è sbagliato rispondere con la violenza ai comportamenti dei bulli.

In seguito ci ha spiegato che è molto importante  dialogare e avere un buon rapporto con i genitori perché sono loro le prime persone che possono aiutarci in casi di violenza psicologica e fisica.

Detto questo, Sabrine ci ha parlato del fatto che solo otto mesi fa ha ricevuto la cittadinanza italiana, pur essendo nata qui, dato che per legge i figli di stranieri possono richiederla solo dopo aver compiuto i diciotto anni d’età.

Non potendo usufruire di questo fondamentale diritto, la ragazza non ha potuto fare molte cose, tipo: non poter votare alle elezioni o ai referendum oppure non poter compiere viaggi all’estero con la scuola.

Alla fine del suo discorso, Sabrine ci ha esortato a denunciare ai genitori, agli insegnanti o alle autorità competenti qualunque atto di bullismo, perché solo in questo modo il “Muro” può essere abbattuto.

Dopodiché il giornalista Giuseppe Manzo ci ha mostrato, grazie ad alcuni titoli di articoli di giornale, in che modo durante la stesura di una notizia, si parta subito con dei pregiudizi, mettendo in risalto informazioni poco corrette, le quali fomentano il razzismo e l’odio verso persone di nazionalità diversa dalla nostra.

In seguito, ci è stato chiesto cosa significhi per noi la parola “diverso” e molti ragazzi hanno espresso il loro parere.

Più tardi abbiamo rivolto qualche domanda ai protagonisti di questo incontro e abbiamo ascoltato un discorso dell’assessore alla scuola Anna Maria Palmieri che ci ha parlato del dramma del bullismo. Infine abbiamo chiesto autografi e “selfie” a Sabrine e siamo tornati a a scuola. E’ stata una mattinata molto interessante e proficua.

                      Anna Chiara Nullo 2C    

                  

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