Per riflettere...stili di vita

26.03.2015 15:05

Qualche giorno fa, in classe, abbiamo visto un documentario, simpatico, ma interessante, sulle condizioni di vita in Africa. La nostra professoressa di geografia ci ha invitato a riflettere sulla diversa vita condotta da noi e da un bambino africano.
Sono una ragazza nata in Italia, un Paese che, se paragonato all’Africa, è molto sviluppato. La mia giornata si svolge molto serenamente. La mattina mi alzo, faccio un’ottima colazione, mi lavo e poi mi incammino verso la scuola. La mia scuola è dotata di banchi e sedie, di lavagne elettroniche, di bagni accessibili e di tante professoresse. Qui studio e, quando torno a casa, mi aspetta un abbondante pranzo che mi serve per incamerare calorie, perché dopo devo andare a fare ginnastica e smaltire il grasso che si potrebbe formare a causa di cioccolata, merendine e perché no, anche di panini pieni di carboidrati. In palestra mi diverto, ma fatico molto e sudo, così, appena torno a casa, mi faccio un bel bagno caldo che mi aiuta anche a rilassarmi. Per cena mamma prepara sempre pietanze buonissime e, una volta sazia, vado a dormire nel mio comodissimo letto. Ci sono anche giornate in cui mi sento stanca, pur non facendo nulla, mi lamento perché la noia mi assale, ma se ci penso alla fine essere annoiati è meglio che essere una bambina nata in Africa che si deve alzare presto perché deve andare a prendere l’acqua, attraversando un percorso molto complesso, per di più senza scarpe. Dopo aver preso l’acqua, la porta a casa, che tanto casa non è, mi correggo, la porta in una capanna fatta di pietre, fango e paglia. “E vai , c’è l’acqua” penseranno i familiari, ma loro sanno bene che quell’acqua non solo non è potabile, è pericolosissima: essa provoca tante malattie che, in Africa, spesso sono incurabili, per la mancanza di medicine e ospedali. A pranzo, una bambina, in Africa, non si sfama e l’unica cosa che la regge in piedi è il pensiero di non avere fame, ma non funziona quasi mai: la fame c’è sempre e, meno mangi, più cresce!!! Dopo pranzo noi italiani dovremmo andare in palestra per perdere il grasso in esubero, lì non c’è bisogno, la ginnastica la fanno senza volerlo, ma se pure la volessero fare, non ci sono palestre e non ci sono soldi per pagare la retta, quindi il pomeriggio una bambina africana potrebbe andare a divertirsi con i suoi coetanei, ma che divertimento ci può essere in un Paese senza acqua e senza cibo???
La sera, se avanza qualcosa mangia e poi va a letto, ma che letto, un ammasso di paglia scomodissimo. A questo punto la mamma dovrebbe dirle “sogni d’oro”, ma che sogni si possono fare con lo stomaco vuoto? 
Pensando ad un mio coetaneo africano, io concludo dicendo che, anche se la nostra vita non è perfetta, non ci si deve lamentare.       
 
Federica Cuozzo  3^ C
 
 

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