RECENSIONE del libro "L'isola dei fiori di cappero" di Vito Faenza

16.04.2015 21:05

 “L’isola dei fiori di cappero”

Autore

Vito Faenza nasce a Nocera Inferiore nel 1948. Dal 1976 al 1999 è stato redattore de  “L’Unità”. Dal 1978 al 1984 collabora con “Panorama” e dall’ ’84 al ’92 con “Il Messaggero”. Nel 1992 è diventato inviato speciale de “L’Unità”. Dal 2000 ha collaborato con “Il Corriere del Mezzogiorno”, del quale è stato redattore, segretario di redazione, responsabile delle pagine di Caserta e redattore del giornale on line. Nel corso degli anni si è particolarmente occupato di criminalità e terrorismo. Nel ’95 ha ricevuto la Laurea “Honoris Causa” in Scienze delle Comunicazioni della New York University. Ha giocato a pallavolo dal 1963 al 1976 giocando in Serie A con la Virtus e 7 partite con la nazionale italiana di pallavolo alle olimpiadi di Monaco del ’72.

 

Editore, luogo e anno di pubblicazione

Edizioni Spartaco, Santa Maria di Capua Vetere (CE), gennaio 2013.

 

Luogo ed epoca in cui si svolgono i fatti: Napoli, XXI secolo.

Breve trama

Anna era una ragazza di 13 anni. Non conosceva nulla sull’amore. Lui, la vide un giorno fuori ad un bar, e decise subito che Anna doveva essere sua. Così decise di darle un passaggio a casa con la sua macchina, Anna lusingata accettò. Ed è così che era iniziato tutto.

Anna però ancora non sapeva cosa le doveva accadere. Lui iniziò ad aspettarla ogni giorno fuori scuola per darle un passaggio con le sue auto/moto costose e luccicanti, con i suoi vestiti firmati, sempre nuovi, giorno dopo giorno. Era proprio questo che aveva impressionato la ragazza, la vita lussuosa. Anna si faceva lasciare all’angolo della via dove abitava, per non farsi vedere dai genitori. Un giorno però il padre vide  sua figlia insieme a Lui, mentre facevano ritorno a casa. Anna ritornata alla propria dimora vide il padre e la madre in lacrime, senza capirne il motivo. Così la famiglia le spiegò che Lui era il figlio del Boss, gente disonesta che si era fatta rispettare a Napoli perché nel giro della “camorra”.

Anna decise, così, di lasciare Lui il giorno seguente. Arrivato l’indomani, Anna provò a chiudere il rapporto, ma Lui prese una pistola e la puntò al ventre della ragazza. Allora, lei si giustificò dicendo che voleva vedere, se davvero tenesse a lei.

Nel frattempo, all’abitazione a fianco la sua, si era trasferita da Milano una famiglia con un figlio, Giovanni.

Anna e Giovanni si incontravano ogni giorno nel giardino che separava le loro case e parlavano della giornata passata. Tra i due scattò subito la scintilla. Contemporaneamente Lui era finito in carcere per omicidio. Così, Giovanni incominciò ad andare a prendere Anna ogni giorno fuori scuola. Però un giorno Lui, dopo avere scontato in anticipo la pena grazie all’aiuto di suo padre, il Boss, che era riuscito a corrompere alcuni giudici, li vide insieme ed iniziò a minacciare Giovanni e la sua famiglia che fu costretta a trasferirsi in un’altra città.

Lui decise di farle la proposta di matrimonio, ma le due famiglie, concordarono che i ragazzi si sarebbero dovuti sposare dopo il  diploma di maturità di Anna.

Il giorno tanto atteso arrivò. I due si sposarono, ma durante il viaggio di nozze, Lui venne arrestato per trasporto di stupefacenti ed il caso fu seguito da Giovanni che ritornato a Milano si era laureato in giurisprudenza.

Anna si trasferì a Milano giustificandosi con il Boss, dicendo che avrebbe potuto seguire meglio il caso. Anna iniziò ad uscire di nuovo con l’amore della sua vita, Giovanni. I due fecero l’amore e la ragazza rimase incinta. Decise di dare al figlio il nome Roberto, il nome del padre di Giovanni.

Tornati a Napoli per il battesimo di Roberto, Lui fu arrestato nuovamente. Un attentato si svolse contro la famiglia del Boss e furono uccise la moglie e la figlia. Ai funerali si presentò solo il Boss. Che suggerì ad Anna di non presentarsi più a casa sua poiché avrebbe potuto correre dei pericoli. Il Boss, in fondo teneva all’incolumità della ragazza e di suo nipote Roberto. Un giorno, però il suocero di Anna fu ucciso da un autobomba.  Ai suoi funerali si presentarono solo Anna e Lui, suo figlio, che aveva avuto un permesso per uscire dal carcere per un giorno.

Il mese dopo Lui, terminata la sua pena in carcere, venne ucciso, proprio all’uscita della prigione, da due persone in motocicletta con caschi con vetri oscurati, proprio davanti gli occhi di Anna. Lei in quel momento fu presa dal panico perché non sapeva cosa fare, ma allo stesso momento, fu colta da un senso di gioia poiché sapeva che tutto era finito. Così, portò con sé Roberto e sua madre e fecero un viaggio per una settimana all’isola dei fiori di cappero, cercando di dimenticare Lui, tutti  e tutto. Dopo una settimana, sua madre e Roberto presero il primo traghetto di ritorno per Napoli, lasciando un biglietto ad Anna con su scritto che Giovanni sarebbe arrivato all’isola il giorno seguente.

Anna si sposò con il suo vero amore, la persona che aveva sempre amato, Giovanni. Si trasferirono con Roberto, il loro bambino, in Francia.

Narrazione di un episodio particolarmente interessante

L’episodio che mi ha colpito è stato quando Anna ha provato a chiudere i rapporti con Lui, il ragazzo ha preso una pistola e l’ha puntata contro Anna, con l’intenzione di ucciderla. Ho avuto difficoltà a credere nel fatto che Lui sarebbe stato disposto a tutto pur di ottenere un altro “trofeo” per la sua collezione, dato che tradiva Anna con altre donne. 

Presentazione del protagonista

Anna è una ragazza come tante altre, ma con una marcia in più rispetto a tutte. Lei è forte, pronta a correre ogni rischio per arrivare a sposare il suo vero amore, senza mai mollare e senza crollare davanti ai rischi e ai pericoli.

Altri personaggi

Lui è un ragazzo, spietato, senza cuore, pronto a ogni forma di violenza pur di avere un “oggetto” da sfruttare in un gioco da lui considerato “amore”

Giovanni è un ragazzo semplice che, come Anna, è pronto a correre ogni rischio per cercare di eliminare la camorra che ormai regna incontrastata poiché nessuno ha il coraggio di Giovanni o di Anna per affrontarla.

Il Boss, forse nella famiglia di Lui, è l’ unico che davvero ha voluto bene ad Anna. Forse l’unico della famiglia ad avere un cuore un po’ più fragile. È proprio la sua fragilità che viene fuori alla morte della moglie e della figlia.

Giudizio personale

“L’isola dei fiori di cappero” è un libro che fa capire che, per raggiungere i propri obiettivi, bisogna lottare, proprio come hanno fatto Anna e Giovanni. Un libro che serve alle donne per farle capire che non devono essere sottomesse all’uomo e che bisogna lottare per i propri diritti. Invece, serve agli uomini per capire che non devono discriminare e sfruttare le donne, che vanno amate proprio come fa Giovanni.

 

 

Appunti dopo l’ incontro con Vito Faenza

L’autore ha deciso di non dare i nomi al Boss e a Lui, poiché sono persone talmente spregevoli che non meritano neanche di essere nominate.

Faenza decide di dare ai capitoli dei numeri, insieme a delle citazioni e non dei veri e propri titoli, perché pensa che dare dei titoli ai capitoli è come svelare il finale del capitolo.

Gaetano Maglione 3^ G

Indietro

Contatti

carogiornalinonline

© 2014 Tutti i diritti riservati.

Crea un sito gratisWebnode