SeLF: “Tutta un’altra storia” di Alessandro Gallo ai Sacri Cuori

18.02.2018 22:49

Gli studenti di Secondigliano intervistano l’autore e discutono di libri, cultura, camorra e baby gang.

Il giorno mercoledì 14 febbraio 2018, presso il teatro dei Sacri Cuori, si è tenuto un incontro SeLF (Secondigliano Libro Festival) per la presentazione del libro “Tutta un’altra storia”.  All’evento erano presenti l’autore, Alessandro Gallo, il presidente del SeLF, Salvatore Testa, l’Assessore ai giovani e alle politiche giovanili, Alessandra Clemente, il consigliere della VII Municipalità, Enzo Mancini e gli alunni e i docenti delle scuole Pascoli 2, Berlinguer e Tito Lucrezio Caro, con la redazione “Caro giornalino online”.  

L’evento è iniziato con un discorso introduttivo da parte di Salvatore Testa. Dopodiché lo scrittore, attore, appassionato di teatro e musica neomelodica, Alessandro Gallo, si è presentato e ci ha raccontato la sua storia: ”Sono nato a Napoli e, sin da piccolo, sono sempre stato irrequieto, ma a diciott’anni ho messo la testa a posto. Ho dedicato la mia vita a studiare teatro, ora vivo a Bologna e giro tantissimo l’Italia. Io non sono andato via perché non mi piaceva stare a Napoli, ma sono scappato dal mio quartiere, il Rione Traiano, per vivere una vita migliore. Mia madre lavorava nella clinica Santa Patrizia e mio padre era un camorrista che si occupava dello spaccio di stupefacenti. Papà è stato arrestato nel 2005 e per 12 anni è stato in carcere. Mia madre, divorziata, mi ha cresciuto insegnandomi a non odiare e a non seguire l’esempio di mio padre. Nel mio quartiere ho comunque vissuto bene, nonostante la figura di mio padre e quella di mia cugina, che era tra le figure più importanti della camorra, una delle prime donne killer. Ella è stata il boss di una violenta gang e ha formato uno dei primi clan malavitosi. Purtroppo è così: i cattivi affascinano di più rispetto ai buoni. Attirano di più camorristi spietati ai piedi dei quali tutti si devono inginocchiare, anziché persone oneste che, come mia madre, si spaccano la schiena per mantenere la famiglia. Sapere che ci sono ragazzi che condividono storie simili ti fa sentire più forte. Infatti io attribuisco all’amicizia un ruolo fondamentale e porto con me il ricordo dei miei amici: Salvatore detto “Banana” per via del suo aspetto fisico, Arturo dal fisico da duro, Fabiana la bella bionda che stava sempre a pettinarsi affacciata al suo balcone, Susetta chiamata “’O masculon”, una vera maschiaccia, amante del calcio.

Ho sempre amato giocare a calcio, io e i miei amici tifosi andavamo sempre al San Paolo. Il nostro campetto divenne presto luogo di spaccio, perché il rione Traiano è sempre stato, purtroppo, uno dei luoghi più importanti di traffico della droga a livello europeo. Tanti figli di camorristi convivono assieme in questa dura e difficile realtà, ma c’è un posto sicuro che dà speranza a tutti: la scuola.

Con i miei amici, spinti dalla nostra professoressa Angela, iniziammo la scuola di teatro. Lì interpretammo la ‘Tempesta’ di Shakespeare e facemmo recite con battute in dialetto napoletano. Da allora non ho più smesso. Ero finalmente lontano da morte, violenza e camorra, ero completamente distratto dal teatro. Alle superiori mi iscrissi al liceo linguistico ‘Mazzin’i. Lì conobbi Marco, che divenne presto il mio migliore amico e non ci separammo mai. Egli è stato il mio testimone di nozze e ancora oggi lavoriamo insieme”.

I ragazzi delle scuole hanno potuto intervistare Alessandro Gallo e le domande sono state uno spunto per discutere con l’autore di teatro, del problema della camorra e del crescente fenomeno delle baby gang, della trama del libro e la sua somiglianza con le vicende personali dello scrittore. Inoltre, l’autore ci ha parlato dei suoi progetti futuri. Tutta un'altra storia” fa parte, in realtà, di una trilogia sull’amicizia e sono in fase di preparazione altri libri che trattano altri temi, come i disturbi alimentari (ad esempio anoressia e bulimia), la dipendenza dal gioco e tanti altri ancora.

Dopodiché il consigliere della municipalità Enzo Mancini ci ha parlato del rispetto della legalità, che è un principio fondamentale, in opposizione alla violenza e alla criminalità.

Infine, Alessandra Clemente ha tenuto un interessante e coinvolgente discorso in cui ha raccontato la drammatica storia di sua madre Silvia Ruotolo e ha esaltato il valore della cultura.

Io sono la primogenita della mia famiglia. Mia mamma è morta 20 anni fa, l’11 giugno 1997. Avevo 10 anni. Nel mio quartiere, il Vomero, vi è stata una feroce sparatoria fra clan camorristici. Mia madre era andata a prendere mio fratello Francesco a scuola, quando venne sparata allo zigomo. Lei con la camorra non aveva mai avuto niente a che fare. Mi sono affacciata e l’ho vista in una pozza di sangue. Ero preoccupatissima e spaventata. Quella sera papà mi disse che mamma non c’era più. Io raccomandai a Francesco di non avere paura, perché mamma era diventata una stella nel cielo e ci avrebbe sempre protetti. Mio fratello non mi credette, mi disse che non era vero che mamma non era in cielo, ma era tutta rossa di sangue. Nessuno deve essere lasciato solo davanti a cose enormi come la storia di mia madre, ma nemmeno davanti a cose piccole che possono essere molto pericolose. La più grande forza non sono i calci, i pugni, le pistole, le armi, le urla, le botte, ma sono le parole. Le parole arrivano dal cuore e dalla mente e nella mente c’è cultura.

Il SeLF è come una grande palestra che ci fa diventare forti, perché un libro, un ideale, qualcosa in cui credere sono più forti di una pistola. Io credo nei giovani di Napoli. Se qualcuno ha un dolore, una paura, una preoccupazione bisogna tendergli la mano, aiutarlo e stargli vicino.

L’assessore è un assistente di fiducia del sindaco. Ricordo che il sindaco de Magistris mi incontrò a Nisida quando avevo vent’anni. Nisida è, secondo me, un posto stupendo perché c’è un percorso di bellezza in cui i ragazzi che hanno sbagliato vengono aiutati ad avere la forza di non ripetere gli errori commessi. Dopotutto l’obiettivo non è punire, ma è rieducare e dare un sostegno. Io ero a Nisida perché volevo incontrare i ragazzi come quelli che quel giorno spararono a mia madre. I giovani si fanno trascinare dalla criminalità e dal male perché manipolati dalla grande bugia che è meglio andare in giro a incutere paura e a imporsi con la violenza piuttosto che stare a scuola ad imparare. Secondo me, non esiste cosa più vigliacca di una bugia. I ragazzi ingannati dalle bugie hanno ucciso mia madre. Quando incontrai il sindaco a Nisida parlammo dell’importanza della cultura, che allena i muscoli della mente e del cuore. De Magistris mi propose di diventare Assessore ai giovani e alle politiche giovanili e ancora oggi sono qui e mi impegno affinché noi tutti possiamo vivere in una città bella come i nostri sentimenti. Mi trasferii a New York, ma tornai qui a Napoli per lasciare un’impronta in questa città che ha un enorme potenziale: la ricchezza della sua cultura.

Il successo siete voi ragazzi, siete voi che siete qui, quindi viva Napoli, viva Secondigliano, viva i giovani!”

Gli studenti delle scuole partecipanti sono usciti da quell’incontro arricchiti dalle testimonianze e dalle parole significative di due ospiti davvero speciali.

 

Eleonora Cardone

                                                                                    I.C.S. Tito Lucrezio Caro-C.D. 85°Berlingieri

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